I simboli dell’Italia in America ancora sotto attacco. Colombo torna ad essere preso di mira.
Los Angeles ha deciso di cancellare il Columbus Day, simbolo dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti, che si celebra proprio nella data in cui il navigatore genovese ha scoperto l’America.
Al suo posto, una sfilata per commemorare le popolazioni indigene vittime dei conquistatori, secondo la visione degli attivisti sostenitori dell’iniziativa.
Tutto ciò accade dopo la decapitazione di un busto nella città di Yonkers e la possibile rimozione della statua di Colombo a New York.
Questi demolitori di statue che si sentono autorizzati a fare il processo alla Storia ci ricordano in qualche modo le distruzioni dei meravigliosi templi di Palmira e dei simboli delle antiche civiltà asiatiche perpetrate in Siria e in Iraq in nome di una rilettura del passato considerata universalmente pura follia.
Se volessimo abbattere altre statue, potremmo tornare ancora più indietro, alle testimonianze delle gloriose conquiste dell’Impero Romano che si trovano a Roma, e potremmo negare un posto nella Storia ad Alessandro Magno e perfino alla democratica Atene, che si potrebbe oggi considerare “schiavista” e “razzista”.
Il cammino umano verso il progresso non si è svolto in sette giorni: l’uomo non è Dio e l’umanità non è sempre stata buona, anzi. Le scoperte geografiche non sono state finanziate dai sovrani dell’epoca per amore della conoscenza, ma con il miraggio della conquista e dell’oro.
Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia sono stati per anni riluttanti a concedere a Colombo quello che il navigatore genovese chiedeva per la sua impresa rivoluzionaria. Certamente solo la sete di conoscenza, l’ambizione personale, la certezza del successo che gli davano i suoi studi potevano fargli dimenticare i rischi e gli ostacoli. E la possibilità di errori.
Quanti altri navigatori coraggiosi la Storia ricorda come esempi di valore fondamentali per il progresso dell’umanità? Magellano, Vespucci, Caboto, tutti esploratori del mondo sconosciuto pronti a morire per aprire le porte dell’ignoto e comunicarsi con nuovi popoli. Sulle orme dell’Ulisse dantesco “Fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtude e conoscenza”.
Viva Cristoforo Colombo, che ci ha regalato la scoperta di un Nuovo Mondo in un’epoca dominata dall’ignoranza e dai pregiudizi.
Si è trattato di una rivoluzione e come ogni rivoluzione ha avuto i suoi costi. Ma quanti passi avanti hanno fatto la scienza moderna e l’uomo da quella data! Quanti dei nostri fratelli e sorelle italiani hanno sacrificato persino la propria vita per questa nazione? La Storia non si può cancellare, in particolare quella degli Stati Uniti, dove il contributo della comunità italiana nei secoli è stato fondamentale per rendere grande l’America.