Un mezzogiorno di fuoco, a Santo Domingo. Non stiamo parlando soltanto del sole dei Caraibi che picchia fortissimo. Ma di italiani all’estero pronti a fare sentire con forza la propria voce, connazionali che si sentono traditi da tutti i governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni e che non ce la fanno più ad andare avanti così, di fatto abbandonati a se stessi.
Si è tenuta venerdì 7 aprile alle ore 12 davanti all’Ambasciata italiana a Santo Domingo la manifestazione organizzata e convocata dal Movimento Associativo Italiani all’Estero, alla quale hanno partecipato anche altre associazioni, tra cui la Casa de Italia, il CTIM, l’associazione dei Pensionati italiani nella RD. Presente anche il Comites locale.
Flavio Bellinato, coordinatore del MAIE nella Repubblica Dominicana, ha aperto l’incontro con il suo intervento di saluto, ricordando la battaglia che la comunità italiana, unita, ha portato avanti per riaprire l’Ambasciata italiana: “Oggi ci troviamo qui davanti alla nostra sede diplomatica – ha sottolineato Bellinato – per difendere ancora una volta i nostri diritti di italiani nel mondo: diciamo basta ai tagli alla rete consolare, chiediamo servizi consolari efficienti e degni di un paese civile come l’Italia, perché noi italiani all’estero non siamo cittadini di serie B e vogliamo che il governo italiano lo capisca una volta per tutte”.
“Questa manifestazione non è circoscritta solo alla RD. Oggi si sta manifestando di fronte ai principali consolati italiani dell’America Latina”, ha ricordato Bellinato, che poi ha chiesto al governo “più attenzione nei confronti dei nostri connazionali all’estero, c’è bisogno di più risorse per la nostra rete consolare”.
Dopo Bellinato ha preso la parola Paolo Dussich, presidente del Comites e delegato nazionale del CTIM, il quale, dopo avere ringraziato i presenti, gli organizzatori e il MAIE per avere convocato l’incontro, ha sottolineato: “E’ la prima volta che ci si trova tutti insieme riuniti per un’unica causa, oggi dunque è un giorno importante. Come italiani all’estero chiediamo maggior dignità per tutti noi, per le nostre famiglie, per i nostri fratelli dominicani. Ancora oggi sono tanti i problemi. Nell’Ambasciata di Panama non c’è personale sufficiente. La colpa non è tanto di chi lavora nei nostri uffici consolari, ma del governo che non fornisce risorse adeguate. Speriamo che la Farnesina se ne renda conto”.
Dussich si è poi rivolto ai connazionali presenti: “Per evitare scandali visti in passato, vi chiediamo di denunciare con nomi e cognomi chiunque volesse fare il furbo, ora che l’Ambasciata è stata riaperta. Favoritismi vari? Corruzione? Denunciate. In passato ci sono stati episodi di corruzione, tutti sapevano ma nessuno ha detto niente. Ci sono state persone che hanno venduto visti alla mafia dominicana. Noi dobbiamo dire basta a tutto questo, dobbiamo essere tutti uniti, non avere frizioni tra di noi”, ha concluso Dussich, tra gli applausi dei partecipanti.
E’ toccato dunque all’Ing. Renzo Serravalle, presidente di Casa de Italia, intervenire. Serravalle ha voluto ricordare il forte impegno dell’associazione che rappresenta nella battaglia per la riapertura dell’Ambasciata: “Ci siamo rivolti al Tar e abbiamo vinto. Sono convinto che quella sentenza abbia fatto riflettere il governo”. Oggi che la nostra sede diplomatica nella RD è stata riaperta, “la situazione non è semplice, perché devono tornare a Panama tutti gli archivi, deve arrivare il personale… Bisogna ricominciare. Oggi la Casa de Italia è qui, presente, e si unisce a voi e alla vostre richieste. Non vogliamo cose straordinarie, vorremmo soltanto che un italiano, entrando in Ambasciata, si sentisse a casa sua, in Patria”.
Dopo Serravalle è stato il turno di Angelo Viro, vicepresidente di Casa de Italia, consigliere Comites e dirigente del MAIE Centro America. Anche Viro ha ringraziato tutti “per essere venuti, ciascuno di noi ha una forte sensibilità quando si parla di Italia e credo che oggi lo stiamo dimostrando con la nostra presenza qui. Bellinato diceva che dobbiamo imparare dalla Storia. E noi da questa storia abbiamo imparato tanto. E’ stato uno scandalo la chiusura dell’Ambasciata, una ingiustizia per tutta la nostra comunità. Abbiamo capito cosa vuol dire non avere una Ambasciata qui, ora dobbiamo difenderla a tutti i costi. Il messaggio alla Farnesina è stato dato chiaro: denunceremo chiunque sbagli, con nome e cognome. La comunità italiana qui è organizzata”.
Il caso dell’Ambasciata, ha evidenziato Viro, ci ha insegnato qualcosa di importante: “abbiamo imparato che abbiamo bisogno di persone che ci difendano a Roma. Gli eletti della nostra ripartizione chi li ha visti? Qui ci hanno aiutato l’On. Ricardo Merlo, del MAIE, e il Senatore Vincenzo Cuomo. Per avere giustizia bisogna essere presenti nel Parlamento. L’Ambasciata si è riaperta perché la politica si è aperta. Alla fine tutto è politica”.
“Oggi protestiamo a livello latinoamericano. Il nostro rappresentante al CGIE ce l’hanno soppresso, stanno castigando noi italiani del Centro America”.
Gli eletti all’estero? Viro è convinto che prima o poi “arriverà il giorno che tutti questi 18 parlamentari dovranno fare un partito unico, altrimenti non ha alcun senso avere rappresentanti a Roma che alla fine sono soldatini dei partiti romani e che addirittura votano a favore della chiusure di ambasciate e consolati. Oggi a Roma devono capire che l’America Latina c’è, è presente e protesta per lanciare un messaggio chiaro: vi giudicheremo in base al vostro lavoro, a come vi sarete comportati”.
Per Viro “è indegno che alla Farnesina continuino a tagliare i fondi. Come ci presentiamo all’estero quando i nostri ambasciatori e consoli non hanno sedi degne di ciò che rappresenta l’Italia nel mondo? E’ vergognoso. Bisogna farci sentire con forza – ha concluso il dirigente del MAIE -, tutti uniti”.
Durante l’incontro sono intervenuti anche i rappresentanti dell’associazione Pensionati italiani della RD, oltre ad Aldo Burzatta, associazione Emiliano Romagnoli.
Anche Burzatta, insieme a Flavio Bellinato, Angelo Viro, Renzo Serravalle e Paolo Dussich, ha fatto parte della delegazione che, conclusa la mobilitazione, è stata ricevuta in Ambasciata per consegnare in maniera ufficiale il documento con le richieste del MAIE che verrà trasmesso al ministero degli Esteri a Roma.